Gaetano Brundu
Maria Caboni, artista di sicuro avvenire, non è stata mia allieva. Ma non è per questo che quando mi ha detto che le avrebbe fatto piacere avere una mia testimonianza sul suo lavoro, ho risposto che la cosa più seria e credibile che possa fare un artista, dopo le opere realizzate, è quella di scrivere sul proprio lavoro [...]

Mostra numero uno

Un cerchio è sempre qualche cosa.
Talvolta anche molto.
Talvolta – ma raramente – troppo.
Wassily Kandinsky

Maria Caboni
Natura e geometria I
Fare una mostra significa anche proporre un’idea e approfondirla.
Il pretesto della ricerca è stato un fiore: il ranuncolo. La sua forma, quando lo si vede di fronte, è “quasi” circolare [...]

Mostra numero due

Annamaria Janin
Caldo-freddo, opaco-trasparente, armonico-contrastato, aperto-chiuso, contiguo-distanziato, mono-polimorfo.
Dualità e opposizione connotano questa “Mostra numero due” di Maria Caboni, artisticamente figlia di due maestri: Rosanna Rossi (che le ha trasmesso un rigoroso metodo di lavoro) e Wassily Kandinsky (che è stato oggetto di uno studio approfondito per la sua tesi di laurea) [...]

Efisio Cadoni
Nelle antiche stanze
Colour – dance di Maria Caboni

Una mostra di pittura, nelle antiche stanze del Palazzo Marini della via Ada Negri, a Cagliari, ha richiamato molti attenti visitatori, alla vernice, alla color – dance dell’astratto, con l’armonioso cromatismo delle carte dipinte da una giovane artista, colorista d’eccezione, Maria Caboni.
Sono passati cinque o sei anni dalla mostra d’esordio, da quella sua prima esposizione di colori-fiori, semplici, stradoppi, petali distesi, corolle aperte come labbra, ranuncoli plurilabiati, sensuali matrici florali. Anche allora, come oggi, il colore era il tema preferito e unico della sua ispirazione [...]

Pupo Marras
Dal caos primordiale, dalla frammentazione esposta alla dissoluzione senza storia (forse un Big-Bang del chiuso fiore originario) ecco emergere per necessità vitale, per attrazione amorosa, nuclei di organizzazione superiore che ben presto (ma chissà con quale fatica) si fondono a formare una massa stabile, di forma cubica definita, senza più incrinature che ne ricordino il passato [...]

Mostra numero tre

Ivana Multinu
Ho conosciuto Maria che era poco più di una bambina e già la vita la emozionava intensamente.
Ogni esperienza, fugace o durevole che fosse, la turbava [...]

Donatella Davini
Pittura e Musica, “frammenti di un discorso amoroso”: rispecchiamenti divergenze, corteggiamenti fughe, scambievoli invidie tra le due arti del tempo e dello spazio, quasi un cercarsi delle due metà del dimidiato essere platonico [...]

Lilia Danieluzzi
Un inno alla matita, in una sinfonia di toni dalle differenze appena percepibili, se lette in scala come l’artista, con elegante provocazione, le disponeva sul foglio a forzare il lettore nel sottile esercizio percettivo: 6H, 2B, titoli enigmatici che conducono invece con precisione nel domaine della grafite [...]

Enzo Di Martino
Disegni ed acquerelli ossessivamente dedicati ad una "forma" indistinta che diventa così, per certi versi simbolica, una sorta di "pietra filosofale" dalla quale scaturiscono riflessioni ed emozioni. Maria Caboni (Cagliari 1969) realizza innumerevoli varianti di quella forma, utilizzando nei disegni matite di diversa durezza, quasi a volerne disvelare ogni possibilità percettiva e formale.

Ritratti

Maria Paola Masala
Sguardi di donna in mostra alla Rinascente
Dal profilo pensoso della piccola Marta alle espressioni più intense delle modelle più mature, il percorso di Maria Caboni attraverso gli sguardi femminili è una continua ricerca dell'equilibrio e dell'armonia [...]

Maria Caboni
In ricordo di Joyce
Da Joyce ho avuto tante risposte e l’esempio di cosa voglia dire lottare.
La sua bella idea di Utopia; l’incoraggiamento a vivere il privilegio ricevuto, come qualcosa di positivo e di utile anche per altri: “Tutti dovrebbero stare bene!” [...]

Joyce Lussu e Luana Trapè
Da “Sulla civetteria”
Joyce - Riassumiamo per prima cosa tutto quello che la civetteria non è.
Non è disordine, sciatteria; è impossibile coniugarla con la violenza e la crudeltà; non tende al potere politico, non si esercita per avere soldi o fare traffico d’armi. Chi prova il gusto della civetteria non può mai essere completamente disumanizzato, perché vuol dire che ama sé stesso e quindi ama anche i suoi simili [...]

Mostre collettive

Venezia viva
Artista in-formato 2003
Altissima è stata la risposta che gli artisti hanno dato a questa nuova rassegna dell’artista in-formato. Sempre nuove adesioni raggiungono la galleria da altre regioni e nazioni: dalla Sardegna alla Russia, che quest’anno si aggiungono a Cile, Argentina, Usa, Giappone, Germania, Francia, Spagna, Svizzera ecc… ed è entusiasmante vedere arrivare questi fogli da tutte le parti del mondo [...]

Maria Spissu Nilson
Ne hai fatta di strada, baby
Quinto capitolo del "Piccolo formato", la rassegna dedicata all’arte su di un supporto minimo, un 10 x 10 centimetri, che sta sfidando numerosi artisti sardi. Nei locali della G28 di via Ada Negri a Cagliari si rinnova ad inizio di stagione artistica un appuntamento che suscita attese e che viene attentamente curato da Gianni Atzeni e Italo Medda, artisti e sperimentatori di idee che operano su diversi fronti come le recenti iniziative allo spazio Zoom di via Manno, con mostre ed iniziative di buon livello. Si propone in questo appuntamento una rassegna tutta al femminile per comunione d’intenti con quel trend che riconosce ormai appieno, vedasi l’esperienza ultima di Venezia, uno sguardo ed una sensibilità tutta particolare alle donne che per lunghissimo tempo hanno invece sofferto e sono state penalizzate a causa del loro voler essere anche artiste [...]

Sardegna Arte Fiera
La manifestazione ha coinvolto centinaia di artisti, chiamati ad interagire con gli spazi all’aperto o al chiuso, dello storico stabilimento – sono state allestite più di 50 “cabine d’artista” -, mostrando i confini ormai permeabili tra arti plastiche e figurative, installazioni, performance, videoproiezioni, musica, teatro, e testi poetici [...]

Maria Caboni
Lidi lontani
Pensando alle cabine del Lido, che avrebbero ospitato dei miei lavori, quasi subito ho scartato l’idea di adattarvi, in modo forzato, il mio operare con tecniche o fare artistici non miei.
Piuttosto lo sforzo creativo si è concentrato su ciò che l’ambiente poteva evocare, nel mio presente e nel mio vissuto. Ho tante volte passeggiato lungo la battigia, anche in inverno, osservando i brillii sul mare e la splendida Sella del Diavolo e l’acqua bassa e cristallina, che lambiva i miei passi [...]

Annamaria Janin
In principio
"Non bisogna appoggiarsi troppo ai principi perché poi si piegano". Seguendo il consiglio di Leo Longanesi non mi soffermo sulle diverse aperture suggerite dalla duplicità semantica del titolo, se non per sottolineare la volontà propositiva che è all’origine di questa manifestazione. Quella cioè di offrire, con cinque mostre allestite in contemporanea, tutte raggiungibili a piedi, un percorso intrigante e una pausa culturale distensiva nella quotidianità ansiogena e caotica che rende sempre più faticosa e stressante la vita cittadina.
Una sorta di fuoco di artificio festoso a collegare il lavoro eseguito per l’occasione da cinque coppie di artisti – giovani, meno giovani e anziani – che si sono misurati in una dimensione inconsueta di stretta collaborazione, quasi un corpo a corpo creativo stimolante e fruttuoso [...]

Maria Caboni e Marta Fontana
Incontro
L’idea che ci ha guidato in questo percorso è nata proprio dallo spunto offertoci di lavorare insieme. In principio, in comune tra noi, solo una certa empatia e il rigore nell’approccio al lavoro. La diversità più evidente tra noi: la materia colore - acquerello e terra.
Da subito, il tema su cui riflettere è stato quello dell’incontro. Incontro tra due entità distinte, due individualità specifiche, tra due o più cellule, tra etnie, tra gruppi [...]

Ancora nel tre

L'arte è il grido d'allarme di coloro che vivono in sé il destino dell'umanità: che non l'accettano, ma che si misurano con esso; che non azionano ottusamente il motore a cui si dà il nome di "oscure potenze", ma che si gettano nell'ingranaggio in movimento per comprenderne la struttura. Sono coloro che non distolgono gli occhi per mettersi al riparo da emozioni, ma li spalancano per attaccare ciò che va attaccato. Sono coloro che però chiudono spesso gli occhi per percepire ciò che i sensi non rivelano, per guardare dal di dentro ciò che solo apparentemente accade al di fuori. E dentro in loro, è il moto del mondo; fuori ne trapela l'eco soltanto: l'opera d'arte.
Arnold Schönberg

Maria Caboni

Martedì, 11 novembre 2003
Un foglio bianco.
Nel bianco, indistinti, vivono tutti i colori.
Filtro, quinta, palcoscenico.
Emerge un colore, poi un altro, simile e poi, poco distante, il terzo somigliante.
Poi un segno, con la matita, leggero, poi più forte e … interrotto.
Uno specchio, un arrivo
[...]

16 settembre 2004
Dare consistenza al tempo.
Nel suo spazio indefinito, tra nascita e morte, si inseriscono forme, pensieri, percorsi, la vita.
Dopo di noi qualcosa resterà, per un certo periodo.
L’opera dell’uomo viene ricostruita da archeologi, restaurata da artigiani, conservata e a volte visitata da altri.
Una casa, un tempio, dei decori, l’arte, illusione di bellezza, resti agro-alimentari di antiche abitudini
. [...]

11 novembre 2004
La mano col pennello viene attirata da un colore, e così sulla tavolozza di carta è mescolato con acqua un arancio mattone, e poi ci si sposta sulla carta del foglio bianco, vi si appoggia il tono scelto e poi la forma si chiude in viola.
Nascono così, pur con azzurri e verdastri, tanti piccoli acquerelli rotondi, quadrati e rettangolari, tra settembre e novembre.
… Non è possibile ritrovare gli stessi colori nelle stesse posizioni in due diversi lavori.
Ogni stato d’animo è a sé.