Maria Caboni
Natura e geometria I
Fare una mostra significa anche proporre un’idea e approfondirla.
Il pretesto della ricerca è stato un fiore: il ranuncolo. La sua forma, quando lo si vede di fronte, è “quasi” circolare.
Sovrapponendo questo cerchio naturale a un cerchio ideale lo si fa muovere e si rompe la rigidità geometrica altrimenti esistente nella composizione. A sua volta l’elemento naturale è inscritto in un quadrato suggerito, che si sposta all’interno di un rettangolo - il foglio -, verso l’alto, per spezzare così una facile simmetria.
Tra queste forme ho giocato coi colori. In ogni acquerello ne è presente uno più il suo complementare o altro che con lui crei un accordo di armonia.
Nell’insieme si è creato un ritmo interno alle opere che si alternano tra chiari e scuri, ma anche tra caldi e freddi e ancora nelle diverse forme dei petali, che a loro volta ritmano ciascun ranuncolo.
Per questo è importante avere, per quanto è possibile, una visione quasi simultanea delle opere.
Penso non sia necessario mostrare tutto ciò che si sa fare in una sola occasione, ma mostrare quanto in profondità si è capaci di andare, se ci si pone un obbiettivo. Solo dopo si può o si deve passare ad altro percorso.
Per cercare di non essere superficiali o banali è necessario analizzare ciò che si propone (o l’oggetto, o ciò che si studia) in tutte le possibilità che offre, o da vari punti di vista.